ESERCITO
CARLISTA
|
FANTE DEL
BATTAGLIONE DI NAVARRA
|
SPAGNA (1833-1868) |
|
Il berretto carlista
conservava la forma e le dimensioni della txapela basca: poteva raggiungere
anche i 40 centimetri di diametro. Molti soldati lo riempivano di bambagia o
stracci per proteggersi dalle sciabolate, altri vi incorporavano un
caschetto metallico. In origine il basco dei soldati di fanteria era blu,
mentre quello degli ufficiali era rosso. Tuttavia quest'ultimo, per
l'eccessiva visibilità in battaglia, fu presto rimpiazzato da un copricapo
simile a quello della truppa. I generali indossavano baschi bianchi con la
nappa nera; la nappa della truppa, invece, era rossa nei granatieri, bianca
nei fucilieri e gialla nei cacciatori. In tutti i casi, al centro del
berretto, vi era una placca di ottone dorato con la scritta <<Viva Carlo
V>>. L'altro elemento distintivo della divisa carlista, il cinturone, era in
genere di cuoio nero e vi era fissata una cartucciera per venti proiettili
protetta da una copertura di cuoio. Lateralmente vi erano due cartucciere
supplementari, mentre la baionetta si collocava sul lato destro. Infine lo
zaino, che soppiantò il rigido sacco di pelle bovina utilizzato dai soldati
governativi. Si trattava di una semplice borsa di tela bianca dotata di due
bretelle dello stesso materiale. Ogni soldato la riempiva con un paio di
sandali, una camicia e i viveri per la giornata.
|
L'uniforme dei fanti di
Navarra, arruolati nell'esercito carlista, consisteva in un berretto basco
rosso, una giacca grigia con colletto, risvolti e pettiglia gialli,
pantaloni rossi e un cappotto grigio. Durante l'estate utilizzavano
pantaloni bianchi. Lo zaino era di tela bianca, il cinturone di cuoio nero
con venti portacartucce di stagno e due tasche laterali. Nel 1836 questa
uniforme fu sostituita da una nuova, composta di una giacca blu e rossa e
pantaloni grigi. Restarono invariati il cappotto grigio e il basco rosso,
nelle altre unità destinati agli ufficiali.
|
|
CENNI
STORICI
|
primi volontari carlisti non
portavano l'uniforme, in quanto si trattava di semplici squadre di
guerriglieri organizzate sulla falsariga di quelle sorte durante
l'occupazione napoleonica per contrastare i francesi. Fu il generale
Zumalacàrregui, capo supremo delle forze antigovernative, a trasformare quei
gruppi disorganizzati in un esercito regolare e a dotarlo di un'uniforme con
tre elementi distintivi: il basco rosso, il cinturone e lo zaino. In ambito
disciplinare furono imposte regole ferree: era prevista la pena di morte per
i carlisti che avessero voltato le spalle al nemico, manifestato timore
durante i combattimenti o disobbedito all'ordine di attaccare con la
baionetta. Anche gli ufficiali potevano essere messi a morte nel caso
avessero abbandonato una postazione difensiva o lasciati impuniti i delitti
dei loro uomini. Quanto alle munizioni, i soldati carlisti avevano a
disposizione ciascuno non più di dieci cartucce e chi avesse sparato mentre
il nemico era ancora lontano veniva subito punito. Tanta severità era
giustificata in parte dall'aumento del prezzo della polvere da sparo, che
rendeva difficoltoso procurarsela, ma soprattutto dalla necessità di fare di
volontari entusiasti - ma spesso impreparati - dei veri soldati.
|
|