Soldatini di piombo
Home Soldatini Inglesi Soldatini Francesi Soldatini Italiani Altri Soldatini

 

 

4° REGGIMENTO FANTERIA
 
FANTACCINO
 
PRUSSIA 1870

 

Formata da una giacca blu scura con rifiniture rosse e da pantaloni grigi con banda laterale rossa, la divisa della fanteria prussiana aveva il suo elemento più caratteristico nel casco di cuoio pesante che ogni soldato doveva portare in testa al posto dello shako di tela sfoggiato dai fanti degli altri eserciti. Era una sorta di elmetto nero dotato di visiera e ornato da una placca frontale di ottone a forma d'aquila (l'aquila imperiale). Alla sua sommità vi era un grosso pungolo dorato che sarebbe rimasto il contrassegno dell'esercito prussiano fino alla prima guerra mondiale.

 


 

La Prussia si sforzò di equipaggiare il suo esercito con uniformi chiaramente diverse da quelle della Francia e della Gran Bretagna, le due principali potenze della seconda metà del XIX secolo. Per questo i suoi soldati di fanteria vennero dotati di un casco di cuoio che era una novità assoluta per gli eserciti europei e di alti stivali da monta del tutto insoliti per un secolo in cui la norma erano calzature basse con ghette di tela o cuoio. Più convenzionale il resto dell'uniforme, dove la giacca blu scuro ornata di rosso si accompagnava a pantaloni grigi con banda laterale anch'essa rossa.

 

 


 

CENNI STORICI
 

In Prussia la coscrizione obbligatoria entrò in vigore nel 1814, in seguito alla riforma dell'esercito voluta da Federico Guglielmo III. Tutti gli uomini abili dovevano prestare servizio attivo nell'esercito regolare per due anni, altri due li spendevano tra le riserve, poi entravano a far parte del Landwher (una milizia territoriale) dove restavano fino ai quarant'anni, quando venivano spostati nel Landsturm, una riserva della milizia che in guerra aveva compiti di assalto delle retroguardie e delle comunicazioni. Ogni riservista era schedato attraverso una cartella dove venivano annotate la durata del suo servizio e l'unità a cui doveva unirsi in caso di chiamata alle armi. Grazie a questo metodo, ogni reggimento conosceva sempre il numero e la situazione dei suoi riservisti. Le grandi unità, divisioni e corpi dell'esercito non si scioglievano al termine di ogni campagna come avveniva negli altri paesi europei, ma restavano perennemente mobilitati, a disposizione dello Stato Maggiore che ne pianificava le operazioni anche in tempo di pace.