Mamelucco è un termine di
origine araba che significa 'schiavo bianco'. Ben presto, tuttavia, la
parola perse i suoi connotati dispregiativi per passare ad indicare le
truppe scelte che, dal XII secolo, militavano per il re d'Egitto. I loro
componenti erano ex schiavi greci, turchi e circassi comperati dai
funzionari reali e poi arruolati come mercenari. L'influenza dei mamelucchi
crebbe nel XIII secolo, tanto che dal 1252 al 1517 divennero la dinastia
regnante d'Egitto. Erano ancora abbastanza potenti nel 1798 quando furono
sconfitti da Napoleone alle Piramidi, in uno degli scontri più cruenti della
campagna d'Egitto. Il loro valore tuttavia non passò inosservato: il
generale Menou, comandante delle milizie francesi in Egitto, dopo il ritorno
a Parigi di Napoleone e l'assassinio del suo successore Kléber, nel 1801
creò con un centinaio di essi a con alcuni siriani il Primo reggimento di
mamelucchi della Repubblica; un'unità che, dopo il ritiro dei francesi
dall'Africa, fu tradotta in Europa con i familiari e, nel 11804, integrata
tra i cacciatori a cavallo della Guardia Imperiale. Tra il 1805 e qi 1807 i
mamelucchi parteciparono a tutte le più importanti battaglie di Napoleone,
da Austerlitz a Friedland; poi il loro ruolo divenne sempre più marginale e
nel 1813, poco prima dell'abdicazione di Napoleone, erano ormai ridotti a
un'unità da parata che, tra l'altro, poco o nulla conservava della sua
origine esotica. Gli africani e gli asiatici erano infatti ormai non più di
una settantina, mentre il grosso della truppa era composto da albanesi,
tedeschi, greci, belgi, olandesi, italiani, georgiani e persino francesi.
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