GRANATIERI DI
SARDEGNA
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UFFICIALE
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REGNO DI SARDEGNA 1848 |
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La divisa dei
granatieri di Sardegna era dello stesso tipo di quella indossata dalla
fanteria di linea, vale a dire tunica e pantaloni azzurro-turchino, bottoni
di metallo bianco in doppia fila sul petto, tasche verticali con tre bottoni
sul retro della tunica. Fucile e daga da zaino costituivano l'armamento, un
capiente zaino serviva per riporre i cambi di biancheria e i viveri.
Rispetto al resto della fanteria le differenze riguardavano il colore del
colletto e dei polsini, rossi per i granatieri, la banda laterale rossa dei
pantaloni, il cinghiame in cuoio bianco anziché nero. Ma soprattutto
esclusivi dei granatieri erano il berrettone in pelo nero (il resto della
fanteria portava uno shako), gli alamari argentati sul colletto della tunica
e sui polsini, la granata di ottone posta al centro del berrettone, sulla
giberna portacartucce e sulla fibbia del cinturone.
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Gli ufficiali dei granatieri
di Sardegna indossavano la stessa uniforme della truppa, solo confezionata
con un taglio più accurato e in panno di maggior pregio. Segno distintivo
del corpo era l'alto berrettone di pelo nero con granata al centro e cordoni
di stoffa argentata che ricadevano sulla spalla destra. L'imperiale del
copricapo, ossia la sua parte sommitale posteriore, era rosso con croce
argentata. Altro elemento tipico della divisa dei granatieri i doppi alamari
argentati sui polsini, simili a quelli degli odierni carabinieri.
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CENNI
STORICI
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La Brigata Guardia nel 1848
era articolata su due reggimenti di granatieri e uno di cacciatori. Più
tardi il corpo venne fuso e rinominato in Brigata granatieri di Sardegna,
poi ribattezzata Reggimento granatieri di Sardegna. Vanto e punto di forza
dell'esercito Sabaudo, questa unità era l'erede del glorioso reggimento
della Guardia, istituito da Carlo Emanuele II nel 1659. I granatieri veri e
propri furono però istituiti una trentina d'anni dopo da Vittorio Amedeo II
e costituirono una compagnia per reggimento fino al 1696, poi una compagnia
per battaglione. Il loro compito era appoggiare gli attacchi della fanteria
bersagliando le postazioni nemiche di granate, sorta di bombe a mano con
innesco a miccia che si accendeva al momento del lancio. Solo verso la fine
del XIX Secolo i granatieri mutarono funzione e vennero inquadrati nella
fanteria di linea, di cui rappresentavano un corpo scelto per il coraggio e
l'alta statura dei suoi componenti, tutti oltre il metro e 85 centimetri.
Durante le campagne del 1796 furono formati battaglioni di granatieri
riunendo le compagnie dei vecchi reggimenti. Alla costituzione dell'esercito
piemontese (1815), Vittorio Emanuele I ricostituì il reggimento della
Guardia, che diede la miglior prova di sé alla battaglia di Goito (1848)
dove, ai comandi di Vittorio Emanuele II, scompaginò con una violenta carica
il fronte austriaco dando ai piemontesi la più importante vittoria della
prima guerra d'Indipendenza.
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