GUARDIA
PONTIFICIA
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STATO PONTIFICIO 1860 |
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La Guardia Svizzera,
notissima perché ancora oggi esistente, dispone di una serie di costumi più
che di uniformi vere e proprie, nelle quali spiccano i tre colori rosso,
giallo carico e blu. Si tratta di una combinazione unica di capi moderni e
arcaici che, da un punto di vista uniformologico, era già superata negli
ultimi anni dello Stato Pontificio, quando pure la Guardia Svizzera
conservava ancora qualcosa della sua remota vocazione bellica e non era
ridotta come oggi a puro corpo cerimoniale. Anche l'insolita disponibilità a
cambiare di continuo le fogge e specialmente i copricapo, passati in
sessant'anni (1800-1860) dal tipico tricorno alla francese a uno shako con
vistoso pennacchio fino a fogge vagamente austriache, testimonia della
natura rappresentativa del corpo, confermata anche dalla mancanza di chiari
segni distintivi tra i graduati e la truppa.
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La tradizione vuole che
l'uniforme ancora oggi indossata dalle Guardie Svizzere sia stata disegnata
da Michelangelo sulla falsariga di quelle che portavano i lanzichenecchi, le
truppe mercenarie tedesche passate alla storia per il sacco di Roma (1527).
Elemento caratterizzante di questa divisa era l'alternanza di strisce
verticali di tessuto gialle e blu, sotto le quali s'intravedeva le stoffa
rossa che foderava sia la giacca sia i pantaloni. Il colletto era di pizzo
bianco alla moda rinascimentale; l'elmo, anch'esso di foggia cinquecentesca,
era in acciaio brunito.
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CENNI
STORICI
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La Cohors pedestris
Helvetiorum a sacra custodia Pontificis, ossia la Guardia Svizzera
pontificia, è preposta ancora oggi alla sicurezza delle residenze pontificie
e a scortare il Santo Padre nelle funzioni da lui presiedute. Fino al
pontificato di Pio VI (1799), compagnie di svizzeri erano presenti anche
presso le Legazioni papali, il Monte di pietà di Roma, la Depositeria
generale della Camera Apostolica a Palazzo Madama, la Zecca. L'origine della
Guardia Svizzera va fatta coincidere con il pontificato di Giulio II che,
colpito dal valore di questi mercenari divenuti celebri nel 1476 per aver
sconfitto a Grandson e Murten la cavalleria borgognona, assoldò (1506) una
compagnia permanente di 150 uomini il cui primo comandante fu Kaspar von
Silenen, del cantone di Uri. Da allora la Guardia Svizzera non ha mai
cessato di offrire i suoi servigi al pontefice, su cui ancora oggi vigila
con una compagnia di un centinaio di uomini tra cui 5 ufficiali, 25
sottufficiali e 70 alabardieri. La più celebre prova di valore della Guardia
Svizzera risale al 6 maggio 1527 quando, con la sua disperata resistenza,
riuscì a bloccare per 6 ore l'assalto delle truppe imperiali spagnole e
lanzichenecche a Roma, dando modo a papa Clemente VII di fuggire a Castel
Sant'Angelo attraverso il tratto di mura che collega la fortezza ai palazzi
vaticani.
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